Nient’altro che brina

Si aggirano di notte
i fantasmi di persone
non ancora morte:
il loro cimitero
è la mia mente
che le accoglie
come fossero cadute,
dall’alto degli alberi,
foglie: per andarsene,
poi, dalle mie terre,
come nulla fosse.
E cadranno, cadranno
di nuovo le foglie,
sulla terra fredda
e umida della notte,
su cui non ci sarà altro
che brina attaccata
a foglie ormai morte.

{poesia suscitata dalla canzone sottostante}

22 risposte a "Nient’altro che brina"

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  1. Che forza questo tuo malinconico canto…un sentire l’appassire e lo sfiorire di presenze che si fanno nella penombra del nulla , di fatto, assenze… come le foglie d’utunno che ancora volano ma sono già morte…

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    1. Oh, Franz, che bella la canzone da te postata! Foglie morte… esprime proprio la stessa cosa che descrivevo nella poesia. Anch’io con le foglie alludevo alle persone, alle persone di cui abbiamo il ricordo e che ritornano nella nostra mente. La brina voleva rappresentare magari le lacrime, oppure, quel sentimento particolare – nostalgia – che resta attaccato al ricordo di quelle persone.
      Eh sì, hai detto bene: foglie che ancora volano.

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      1. Ah 😊
        Beh, è molto bella 😊 poi amo l’oscurità quindi…

        Comunque se era la canzone a guidare i pensieri magari stasera, prima della ninna, ascolta lullaby in winter dei Green Carnation 😊
        Cosi alterniamo un po’ tenebre e luce 😁

        Piace a 1 persona

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