Libri letti nel 2019 – prima parte

  • Diari, Sylvia Plath (anno: 1982, scritti tra il 1950 e il 1962; genere: diario);
  • 1984, George Orwell (pubblicato nel 1949, ma iniziato a scrivere nel 1948 – da cui deriva il titolo, ottenuto appunto dall’inversione delle ultime due cifre; genere: romanzo – distopico, fantastico, drammatico);
  • Addio alle armi, Ernest Hemingway (anno: 1929; genere: romanzo – realistico);
  • La vergogna, Annie Ernaux (anno: 1996; genere: romanzo – autobiografico);
  • Caro Massimo, Matilde Hochkofler (anno: 2019; genere: biografia);
  • Gita al faro, Virginia Woolf (anno: 1927; genere: romanzo);
  • Povera gente, F. Dostoevskij (anno: 1846; genere: romanzo epistolare; primo suo romanzo che riuscì a scrivere in nove mesi);
  • Storia di Ásta, Jón Kalman Stefánsson (anno 2018; genere: romanzo);
  • Il delitto perfetto, Jean Baudrillard (anno: 1994; genere: saggio);
  • Il libro del riso e dell’oblio, Milan Kundera (anno: 1978; genere: romanzo – umorismo nero, realismo magico);
  • Demian, Hermann Hesse (anno: 1919; genere: romanzo romanzo di formazione);
  • Il sentiero dei nidi di ragno, Italo Calvino (anno: 1947; genere: romanzo neorealista; primo romanzo di Calvino);
  • Una questione privata, Beppe Fenoglio (anno: 1963; genere: romanzo con sfondo storico);
  • La ragazza di Bube, Carlo Cassola (anno: 1960; genere: romanzo che segna una profonda cesura nella narrativa italiana del dopoguerra: benché ispirato a una vicenda realmente accaduta, il romanzo si arricchisce di elementi psicologici e lirici superando le istanze neorealiste, tanto per il linguaggio quanto per il rifiuto dei dogmatismi ideologici. “Il romanzo” sostiene infatti Cassola “viene prima di ogni interpretazione della realtà, è la ricerca continua della verità degli uomini.“);
  • L’amante di Lady Chatterley, David H. Lawrence (anno: 1928; genere: (romanzo – letteratura erotica).

APPROFONDIMENTO

Nell’approfondimento partirò dal libro che ho eletto mio preferito. E bene, dopo qualche indecisione, il preferito di quest’anno è il romanzo “Addio alle armi” , di Ernest Hemingway. Ambientato durante la Prima guerra mondiale, è la storia d’amore che nasce tra un americano, Frederic Henry, che presta servizio nei reparti sanitari dell’esercito italiano, e Catherine, un’infermiera inglese. La loro storia mi commosse, la loro passione mi fece emozionare, la loro tenerezza mi fece sorridere ed appassionare. La scrittura di Hemingway è scorrevole, attraente, leggera ma raffinata.

Subito dopo, inserisco “Gita al faro” di Virginia Woolf. Libro che si distingue fra gli altri per la profondità di cui l’autrice si serve per portare alla luce i pensieri, le emozioni e i sentimenti più reconditi di ciascun personaggio. È impressionante la maestria dell’autrice nel calarsi, e nel farti calare, nei panni di ognuno di essi! Mi ritrovai come catapultata nelle loro menti, immersa nei loro pensieri tutti diversi fra loro a seconda del personaggio a cui l’autrice dava voce. Direi che il romanzo sia mosso più dai pensieri che dalle azioni di cui credo sia povero; per questo è necessario fare attenzione ponendo particolare “ascolto” alla prosa, altrimenti c’è il rischio di perdersi in essa. La stessa Woolf scriverà del romanzo: << Il più difficile e astratto brano di scrittura che abbia mai tentato >>. Sono più di cinque i personaggi intorno cui ruota il romanzo, personaggi molto caratterizzati, tanto che sembrano avere vita propria! E non è forse questo lo scopo a cui dovrebbe giungere ogni scrittore che si rispetti? Ma Virginia Woolf si ispira ai suoi ricordi per scrivere le pagine del suo romanzo, alla sua nostalgia, alle proprie domande, con sullo sfondo una profonda solitudine.

Fra i miei preferiti, non può che rientrare anche il romanzo di Dostoevskij, Povera gente: un romanzo breve, altrettanto commovente quanto “Addio alle armi”, ma ancora più semplice e tenero, umano ed umile come è la penna di Dostoevskij. Primo romanzo dello scrittore russo, narra la storia di due persone abbastanza povere che condividono, attraverso lettere, i propri desideri, speranze, tenerezze… ma cosa ne sarà del loro amore, in mezzo a così tanta miseria?

E, tanto per parlare ancora d’amore, “La ragazza di Bube”, di Carlo Cassola, si posiziona anch’esso tra i primi posti! In particolare, ho adorato il personaggio di Mara, ovvero, la ragazza di Bube. Un’adolescente umile nella sua semplicità, ironica, forse ingenua, sognatrice ma anche ribelle.

Ci troviamo, poco dopo la Liberazione, in Val d’Elsa, dove è ancora la violenza che agita il cuore di coloro i quali sono usciti dalla guerra. Arturo Cappellini, partigiano, detto Bube, oltre che “Il Vendicatore”, entrerà nel frattempo nella vita di Mara, ma sarà altrettanto “liberazione” il loro amore? Bisogna tenere presente, però, che Arturo Cappellini porta un nome a cui deve tener conto.

Ecco, ora, per spezzare un poco questi romanzi amorosi, vi riporto due libri su cui ho trascorso molto tempo prima di terminarli, interrompendone più volte la lettura. Mi riferisco a “Diari”, di Sylvia Plath e “1984”, di George Orwell. Di quest’ultimo ho apprezzato alcune riflessioni, libro quasi profetico, ma credo mi abbia ad un certo punto annoiata tutta la sua distopia… tanto che ho avuto l’impressione di essere finita in un girone infernale da cui, io personaggio, sarei potuta uscire solo impazzita. Mi sono ripresa un pochino quando, finalmente, è subentrato un personaggio femminile che ha risvegliato dei sentimenti nel cuore del protagonista, ormai assuefatto anch’egli da tanto grigiore.
Per quanto riguarda Diari di Sylvia Plath, è stato nel bel mezzo del libro, o forse anche un poco prima, che è cominciato il declino della poetessa. Il libro è un vero e proprio diario, sono annotati pensieri frutto del quotidiano della Plath… un quotidiano che via via diventa sempre più cupo, avvolto da una disperazione che stava toccando troppo profondamente anche me. Allora non ce la feci più, riposi il libro, per mesi e mesi, fino a quando un giorno, decisa a finirlo, lo ripresi. Mi accorsi che qualche frase profonda, se non bella, ne valse comunque la pena di aver letto così tanta intimità sofferta.

Fra i libri del 2019, compare uno che mi ha deluso, e uno che dovrò probabilmente rileggere in futuro. “La vergogna” di Annie Ernaux rientra nella prima categoria: un libro in cui credevo avrei trovato di più, invece l’ho trovato poco profondo, abbastanza superficiale; ho avuto la sensazione come se l’autrice avesse scritto il libro non tanto per amore quanto più per sfogare un odio sopito. Non ho recepito in modo particolare il messaggio che l’autrice avrebbe voluto far passare.
La vergogna, titolo del libro, nasce a causa di un gesto violento di un padre nei confronti della propria moglie, un gesto a cui assiste la protagonista del romanzo, che ne sarà ferita nell’orgoglio, da qui la vergogna. Insomma, mi aspettavo un’analisi più profonda riguardo al sentimento della vergogna, ma anche della vicenda in sé da cui è stato mosso, invece è stato detto poco, poco e in modo superficiale.
Con “Il delitto perfetto”, di Jean Baudrillard, faccio riferimento al libro che dovrei rileggere in futuro. L’ho trovato molto interessante, molto astratto, se vogliamo anche filosofico, con alcuni discorsi che non sento di avere afferrato fin nel profondo. Tratta di tante cose, partendo dalla nostra realtà, allacciandosi a discorsi che definirei “universali”, tratta di come ci ha resi la realtà virtuale, il nostro mondo attuale che è vicino all’immagine e sempre più lontano dall’essenza. Beh, un libro da rileggere perché interessante, attraente, toccante a livello cerebrale ma, ovviamente, non sentimentalmente.

Mai come il libro “Caro Massimo”, di Matilde Hochkofler, che mi ha regalato emozioni e sorrisi. Il libro nasce da interviste a quattr’occhi tra Massimo e la Hochkofler; le pagine trattano la vita di Massimo, dalla nascita fino a quando è volato via, ci sono aneddoti della sua vita quotidiana e privata, testi tratti dai suoi film e dai suoi sketch, oltre ad alcune parole rilasciate da coloro che hanno collaborato con lui e lo ricordano affettuosamente. Ho inoltre letto dettagli di cui non sapevo nulla: di quando Massimo vinse un concorso e fu scelto dalla Mellin affinché il suo volto da bimbo apparisse sui loro prodotti; ho letto di quando a dodici anni hanno scoperto la malattia che prima o poi lo avrebbe ucciso – una bomba ad orologeria impiantata nel suo cuore, scoperta troppo tardi. Ho letto poi del poeta preferito di Massimo, cosa facesse nel tempo libero prima di diventare attore, e cosa lo ha spinto ad avvicinarsi al mondo dello spettacolo.
Insomma, c’è la sua vita in questo libro! C’è, soprattutto, il Massimo umano.
Nel leggere questo libro, immaginavo Massimo, comodamente seduto a casa sua, con di fronte a sé Matilde Hochkofler, giornalista che ha raccontato altri nomi conosciutissimi quali Mastroianni, Totò, Anna Magnani. E proprio così li ho immaginati: lei e Massimo in un’atmosfera tutta confidenziale, mentre sorseggiano una tazza di caffè, tra un ricordo ed un sorriso, una lacrima ed una risata.
Presi questo libro anche perché, Massimo, oltre al fatto di essere stato un attore napoletano che ha fatto ridere senza essere mai volgare, l’ho sempre sentito particolarmente vicino a me per altri aspetti, come il fatto di provenire anche lui da una periferia, di aver vissuto certi disagi, di non essere stato brillante a scuola, l’aver sempre esorcizzato le cose che non andavano, il fatto di essere stato anche molto timido (eppure, ne ha fatta di strada!), e, quello che mi fece molto sorridere, l’aver detto di sentirsi “finto” nel parlare in italiano, sensazione che anch’io ho avuto modo di provare.

Un altro libro che mi ha appassionata, è “Una questione privata”, di Beppe Fenoglio. Romanzo ritenuto il capolavoro dello scrittore, probabilmente perché non contiene solo una storia d’amore, ma si rifà alle esperienze vissute da Fenoglio stesso, quando fu partigiano. Infatti, la vicenda è ambientata nel ’44, negli ultimi mesi della Seconda guerra mondiale, al culmine della guerra civile tra partigiani e nazifascisti. Nel corso di una ricognizione nella cittadina piemontese di Alba, Milton, il protagonista del romanzo, si ritrova di fronte alla villa di Fulvia, una ragazza torinese bella e capricciosa, occasionalmente sfollata lì da Torino, dove abitava prima della guerra. Milton, che è un giovane studente universitario, aveva cominciato a frequentare la villa di Fulvia con la quale condivide una conoscenza, Giorgio Clerici. Innamoratosi di Fulvia, comincia a corteggiarla scrivendole lettere d’amore e offrendole proprie traduzioni di amati scrittori anglosassoni, ma senza mai rivelarle esplicitamente il suo amore. Nella villa, Milton incontra l’anziana governante, la quale gli permette di rivedere i luoghi degli incontri con Fulvia e che, inavvertitamente, gli rivela che, nell’estate del 1943, quando Milton era già partito per l’esercito, Fulvia e Giorgio si frequentarono a lungo. Senza aggiungere altro, anzi, ho già detto troppo, Milton – ovviamente geloso – vorrà ritrovare Fulvia, e magari Giorgio, per capire che ne è stato di loro, e di che ne sarà dell’amore che prova per lei. Personalmente, avrei da ridire solo sul finale, per il resto, mi sono sentita partecipe e vicina durante quest’avventura alla scoperta dell’ignoto, curiosa di sapere come sarebbe finita. Un romanzo che non ti annoia, giacché abbastanza movimentato e “vivo”.

FINE PRIMA PARTE – non voglio annoiarvi con un articolone, perciò fra alcuni giorni pubblicherò la seconda parte.

Mi farà piacere sapere se anche voi avete letto i libri su citati e se siete concordi o in disaccordo riguardo le mie opinioni 🙂 e, ovviamente, accetto suggerimenti di letture.

Prossimamente parlerò dei seguenti libri restanti:

  • Storia di Ásta, Jón Kalman Stefánsson;
  • Il libro del riso e dell’oblio, Milan Kundera;
  • Demian, Hermann Hesse;
  • Il sentiero dei nidi di ragno, Italo Calvino;
  • L’amante di Lady Chatterley, David H. Lawrence.

73 risposte a "Libri letti nel 2019 – prima parte"

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    1. Ho letto la trama e le recensioni, alcune positive, altre meno. Si vantavano i temi trattati, si criticavano la lunghezza (decisamente tante pagine!) e la ripetizioni di parole che a lungo andare stancano il lettore.

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  1. Questo è l’anno peggiore in quanto a letture (davvero pochissime), ma sono contenta lo stesso perché mi sono arricchita in altra maniera, e quel poco che ho letto credo di averlo letto bene.
    Dei tuoi sai già che mi attirano La ragazza di Bube e quello su Troisi (ecco, la sua scoperta mi ha arricchita tanto).

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      1. Eh, ma poi penso anche che leggendo moltissimi libri, in un solo anno, ti rimanga poco dentro… c’è bisogno di riflettere anche su ciò che si è letto

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  2. Miseriuccia! Sei una spugna ! Inanelli capolavori in un anno (con qualcosa di inutile che tu stessa dichiari)…Di Dostoyesky leggi se non lo hai fatto “Delitto e Castigo” e l’inquietante racconto “La mite” poi ci metterei “L’idiota” e “IL giocatore” e se ti trovi Il mitico “Le notti bianche”…di Hemingway se vuoi scioglierti in passione travolgente leggi anche “Per hi suona la campana” si svolge durante la guerra civile in spagna e la protagonista femminile porta il tuo nome…di Calvino non perderti “Le città invisibili” …”Palomar”… E, naturalmente le due fiabe paradossali “Il barone rampante” ed “Il cavaliere inesistente” della autrice di “Gita al faro” leggiti “Orlando” fantasmagoria di un infinito viaggio nel tempo…Evvai! 😀

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    1. Grazie mille per tutti questi suggerimenti, Franz! 😀
      Mi hai ricordato che iniziai a leggere “la mite”, ma poi mi passò di mente! E non lo finii più. “Delitto e Castigo” prima o poi voglio leggerlo, mentre “Le notti bianche” fu il primissimo libro suo che lessi 🙂 .
      Terrò presente “per chi suona la campana”, volevo proprio leggere qualche altro libro di Hemingway, tanto più se la protagonista porta anche il mio nome 😄 .
      Di Calvino avevo in mente “le città invisibili” e “il barone rampante”, non sapevo invece di “Palomar”… ne leggerò la trama 😉 . L’Orlando di Virginia me lo suggeristi, me lo ricordo! Prima o poi ci arrivo!

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      1. Palomar non è un romanzo ma percezioni trasfigurate in una prosa splendente…un piccolo gioiello (Palomar allude al famoso osservatorio astronomico ed è metafora di sguardo ravvicinato)…di Hemingway terrei presente anche “Il vecchio e il mare”… bacio spugnetta!

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      2. Allora potrebbe piacermi, mi piacciono i libri introspettivi 😀
        “Il vecchio e il mare” già ne lessi tante recensioni positive, quindi mi sarebbe piaciuto leggerlo.
        Spugnetta mi piace 😂 un bacio a te! 😀

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  3. Buondì 😊
    Uffi 😁 hai già svelato il vincitore 😅 potevi, visto che hai diviso l’articolo, mettere un po’ di suspense andando a ritroso con la classifica… vabbè 😁
    Comunque 15 libri in un anno non è male 😊 rientri nel misero 5/6% di quelli che, almeno in Italia, leggono più di un libro al mese 🙃
    Per il resto mi pare una buona sintesi 😊 anche se non ne ho letti molti di questi …
    Consigli.. mmh 🤔 hai iniziato l’articolo con un libro a sfondo bellico e hai chiuso con un altro a sfondo bellico, quindi:
    Vita e destino di Grossman, è spettacolare😊 ma un filo lungo 😅

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    1. Bonsoir, Lele! 🙂
      Sai che poteva essere proprio una bella idea?! 😮 mannaggia, sarà per il prossimo anno.
      Contenta di entrare nel “misero 5/6%” 😛 ma in effetti io sono una furbastra, perché non leggo spessissimo libroni di più di mille pagine, quindi è facile finire prima ogni lettura.
      Grazie per il consiglio! 😀 beh, 1024 pagine non sono pochine… dipende comunque sempre dalla trama e, se il libro appassiona, sentirai meno il peso delle pagine.

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      1. Io scrivo di giorno, tu di notte …
        Sembra un po’ ladyhawke 😁
        Ma sì, sarà per la prossima volta 😉
        E ho notato che sei “tagliata” 😁 però è un peccato perché quelli lunghi solitamente, ma non sempre, riescono a dare di più 🙃
        Sì, le pagine non son uno scherzo, ma è relativamente scorrevole 🙃
        Però ci son tanti personaggi, quindi si rischia di perdersi un po’ con nomi , cognomi e patronimici 😅
        Beh, Se ti appassiona ti dispiace finirlo, quindi più pagine ci son meglio è 😁

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      2. Questa Ladyhawke già l’ho letta da qualche parte, ma suppongo tu ti riferisca al libro, non al film 👀 . Grazie per il “tagliata” 😄 ma sono d’accordo con te, anch’io penso che alcuni libroni valgano davvero la pena, infatti vorrei leggere tipo “Delitto e castigo” perché le recensioni positivissime sono infinite.
        E ancora una volta ti devo dare ragione: se un libro ti appassiona, ti dispiace finirlo, quindi le tante pagine in questo senso ti vengono in contro.
        Mo basta darti ragione! Almeno fino a… l’anno prossimo 😛

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      3. No, mi riferivo al film 😁 è il classico film da periodo natalizio 🙃 quindi un po’ troppo mieloso e sentimentale 😅 ma l’alternanza lupo / falco ha sempre affascinato il mio lato malinconico 😊

        Anche me è piaciuto molto delitto e castigo 😊
        E non è nemmeno così librone 🙃

        Esatto 😊 i libroni hanno (quasi) solo lati positivi, dovrei fare un articolo in merito 😁

        😂😂😂
        Beh, non manca molto 😅

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      4. Uh, non conoscevo questo film! La trama è carinissima. E sia il lupo che il falco sono animali affascinanti 😁

        Affare fatto, allora! Leggeremo Delitto e castigo 😌

        Mi farà piacere leggere il tuo articolo 👍☺

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      5. Sei giovine 😁 è roba anni 80, l’ho visto da ragazzo 🙃 è un film non eccezionale ma caruccio 😊

        Yeee 😁 la tua faccina non è cosi entusiasta però 🤣

        E appena mi viene da scriverlo, il tempo corre inesorabile… mi sa che andrà all’anno prossimo 😅

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      6. Io mi son vista pure uno o due film di Ingmar Bergman 😌 se non sono film troppo lenti, non ni dispiacciono.

        Ma certo che è entusiasta 😂 era sorridente! E poi davvero sarei curiosa di leggerti, intenditore di libroni.

        Quando vuoi, io qua sto 😁

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  4. Sono sempre differenti le interpretazioni che diamo di un libro, anche perché dipende molto dal periodo in cui li leggiamo e da quanto siamo predisposti a comprendere quello che l’autore ci voleva dire. Per esempio 1964 per me rimane uno dei libri migliori che abbia letto (ma se lo avessi letto troppo giovane probabilmente non mi sarebbe piaciuto). Mentre forse per Gita al faro ancora non sono pronto… 😉

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      1. È vero 😮 ti ho preso a imitazione… 😂😂 ma in verità dimentico spesso il titolo di questo libro, non sai quante volte andavo a rivedermelo, si vede che è perché non mi è entrato nel cuore…😅

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      2. Un vero peccato. Secondo me unisce forma e sostanza (scritto bene probabilmente anche per il notevole contributo della moglie). Anche se ammetto che ha delle parti un po’ pesantine, ma non direi brutte.
        Poi semmai parliamo di Hesse, uno dei miei autori classici preferiti. 😉

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      3. Forse ad una seconda lettura potrei cambiare idea, ma la prima impressione fu questa. Di Hesse lessi anche “Il lupo della steppa” che invece mi piacque di più. Poi trovai delle parti del suo libro, “il giuoco delle perle di vetro” che trovai profonde e filosofiche, libro che vorrei leggere. Capita che di uno stesso autore ci siano opere piaciute e altre meno… pazienza ☺

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      4. Okay allora parliamone subito! 😉 Il lupo della steppa era proprio un libro che ti volevo segnalare! Credo che sia quello che preferisco tra tutti i suoi. Un altro molto bello è Narciso e Boccadoro anche se a metà la narrazione si incaglia un po’ e so di gente che si è fermata proprio lì. Il giuoco delle perle di vetro secondo me promette molto ma si perde un po’ per strada. Forse un po’ accademico (nel senso che è meno spontaneo di altri libri di questo autore, che forse ha peccato un po’ di presunzione volendolo realizzare). Poi ce ne sono anche altri, tra cui Demian, di cui se non sbaglio parlerai la prossima volta…

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      5. Sì, Demian mi era sfuggito! Lo lessi in poco tempo e mi ricordo di un’atmosfera un po’ mistica, con alcune riflessioni interessanti e per nulla noioso.
        Mi sembra che “il giuoco delle perle di vetro” sia l’ultimo e per questo leggevo nelle recensioni le quali affermano che è come se riassumesse il pensiero di Hesse, quando l’avrò letto potrò dire anche la mia 👍”Narciso e Boccadoro” pure non l’ho ancora letto, non ricordo per quale motivo mi trattenni dal leggerlo… io sapevo che è famoso anche un altro suo libro, Siddharta, l’hai letto?

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      6. Certo, Siddharta è il primo che ho letto. Mi è piaciuto ma lo considero un po’ una fiaba, anche forte in certi punti, ma pur sempre una fiaba. Poi ci sono anche dei romanzi brevi o racconti lunghi che dir si voglia che dovresti assolutamente leggere, tipo L’ultima estate di Klingsor, e altri di cui però non mi ricordo il titolo e li devo cercare… 😉

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  5. Mia cara, complimenti non solo per declinare un verbo non molto in uso, leggere, ma soprattutto per la qualità letteraria delle tue letture. Penso, come Valeria, che sia più importante la qualità di ciò che si legge, piuttosto che la quantità, che spesso sfocia in un approccio superficiale. Io, purtroppo, sono una lettrice vorace, leggo tanto e sono sempre alla ricerca di nuovi stimoli. I classici li ho letti in abbondanza (sposo appieno i suggerimenti di Franz, del resto apparteniamo alla stessa generazione….), molti anche riletti e dunque mi rivolgo prevalentemente alla produzione contemporanea, con qualche delusione, sì, ma anche con tante belle scoperte.
    Buon 2020, dolce, cara e saggia ragazza, con tutto il cuore.

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    1. Io ammiro molto il fatto che tu legga tanti libri, Pina! 😀 e alcuni li ho presi proprio dopo aver letto le tue recensioni, tipo proprio il libro di Annie Ernaux e Storia di Ásta, quest’ultimo molto piaciuto. Qualche delusione, poi, ci sta, ma fa parte del “gioco” in fondo. I classici, invece, sicuro non deluderanno mai 😀 .
      Grazie mille per le parole gentili e affettuose ❤ ti abbraccio! Buon anno anche a te 🙂

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  6. Ciao Maria. Prima di tutto buon anno 🍾 😉

    Io leggo molto meno, ma “Addio alle armi” lo lessi. Ci misi un sacco di tempo. Nel romanzo mi sembrava che rimanesse in stallo spesso, in dei luoghi, su delle emozioni che provava. E poi avevo spesso il dizionario a fianco per termini non consueti che gli scrittori sembra che utilizzano solo per farci spazientire 😁

    Per il resto ne vale la pena perché sa descrivere la vita in modo molto particolare…figurati io ho letto anche “Morte nel pomeriggio” che è un libro tecnico e che ti sconsiglio vivamente, in cui però raramente inseriva queste sue considerazioni di vita 😉

    A te che emozioni ti ha lasciato?

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    1. Ciao, Andrea! Buon anno anche a te 🙂

      Forse, come ha detto qualcuno, a volte un libro biosogna anche leggerlo nel momento giusto, un po’ come accade con la musica.

      A me invece è piaciuto molto, avevo sempre voglia di continuare la lettura perché mi coinvolse. Ero curiosa di sapere come sarebbe finita la storia d’amore tra i due amanti e speravo insieme a loro.

      Riguardo i termini, è vero, certi libri davvero te ne fanno scoprire di nuovi 😀 solo che… qui ne leggi il significato, e qui te lo dimentichi 😂

      Ti sei distinto dagli altri commenti dandomi non un consiglio, ma sconsigliandomi un libro 😛 “morte nel pomeriggio” nemmeno l’avevo mai letto o sentito da alcuna parte.

      Buon proseguimento di giornata🌹

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      1. Grazie dell’augurio 🙂

        Si è proprio vero, i nostri stati d’animo e le circostanze esterne influiscono sulla nostra reazione al libro 😉
        Io ricordo solo con trasporto l’ultima parte, che effettivamente è appassionante, quando giri le pagine per sapere del loro amore.

        So che l’ha riscritta più volte fino a quando non ne fu soddisfatto. Mi pare, è passato molto tempo 😉

        Non pensavo di distinguermi, pensavo a dare un suggerimento. Veramente pochi credo di poterne dare in ambito letterario (e non solo), e gli altri blogger ti consigliamo veramente egregiamente su questo! 🙂

        Buona giornata anche a te 🌻

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      2. De rien 😀 gli auguri di capodanno, quasi quasi, mi sono più facili rispetto agli auguri di natale 😆

        Ora che mi ci fai pensare, è vero, la lettura di quel libro è stato un crescendo.

        Stavo scherzando un po’ quando ho detto del libro che mi hai sconsigliato, per questo la linguaccia, sono stata di cattivo gusto 🙈

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  7. Ma figurati Maria, io mi sono divertito quando ho letto dello “sconsiglio” 😁

    Sai, ho sentito che via chat si perde tipo il 90% della comunicazione che invece si ha dal vivo. Poi, indipendentemente tutto, apprezzo molto chi fa autocritica (sempre senza esagerare,eh…) e lo rende noto. Non è da tutti (io non ci riesco spesso…) ☺️

    E comunque la linguaccia l’ho trovata simpatica 😉

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    1. P.S. riguardo l’autocritica, penso di essere abbastanza onesta con me stessa 😁 e consapevole di quello che dico, poi, siamo umani e qualche volta qualche parolina “scostumata” vorrebbe andarsene per conto suo. L’importante è tornare sulla diritta via 👀

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      1. Di nulla :)…mhh, guarda hai ragione riguardo ai leoni da tastiera. Sto tentando di scrivere in genere quello che direi di persona. Questo comporta contenersi a volte, ma può essere un bene soprattutto quando vorrei scrivere qualcosa di negativo 🙄

        Hai detto una cosa saggia “l’importante è tornare sulla diritta via”. Chi è che non sbaglia mai? 😉 Quello che conta è provare a mantenere un “andatura”. Che ne pensi? 🙂

        Non ti voglio trattenere più di tanto, anche se conversare con te fa piacere. Buona serata ☺️

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      2. Sì 👍 tenere un’andatura, proprio così, magari semplicemente la propria 😁 se no la vera personalità reale sarà diversa rispetto a come è nel virtuale… e sembra facile, ma sotto sotto non lo è tanto.

        Anche a me fa piacere conversare con te 🙂

        P.S. Oh, stasera doppio appuntamento con Un posto al sole 😌 poi sto aspettando anche il ritorno dell’Amica geniale! 😀 mi piace molto la serie, tu la seguirai oppure non ti piace? C’è a chi non piace perché dicono che è lenta, ma a me personalmente è piaciuta molto… gli attori recitano benissimo 👍

        Buona serata anche a te ☺

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      3. Si, sempre con la propria di “andatura”. È impegnativo infatti perché ci facciamo condizionare da tante cose e persone 😉

        Io un Posto al Sole lo vedo solo se me lo mettono d’avanti, non per mia iniziativa 😅 Magari un giorno mi piacerebbe sapere cosa ti coinvolge di questa soap 😉

        L’amica geniale è un piccolo capolavoro. Il libro non so, la serie per me si. L’ aspetto anche io, poi ci sono molto legato per motivi personali

        Buona serata 🙂

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      4. Diciamo che Un posto al sole lo guardo “per tradizione” 😆 . Lo vedeva mia mamma e allora fin da piccola lo vedevo anch’io con lei, quindi ormai è un’abitudine, una “cosa di casa” 😆 . Certo, con gli anni i personaggi sono un po’ scaduti, perché vedi che fanno a volte anche cose assurde, come se ogni personaggio non avesse una propria personalità… e questo perché? Perché in una maniera o in un’altra devono mandare avanti la soap e per farlo deve pur succedere qualcosa xD .
        Anch’io non so del libro de “L’amica geniale”, ma ho letto diversi pareri negativi, sai? Addirittura lessi che rende meglio la serie che il libro stesso. Inoltre, nel libro, non c’è il dialetto! E’ tutto scritto in italiano, quindi credo che renda meno rispetto alla serie così… verace 😀
        Chissà per quale motivo ti senti legato a questa serie… eh, ora ne immaginerò di tutti i colori!

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      5. Beh è una bellissima tradizione allora 🙂

        Immagino che la trama ne abbia risentito negli anni, succede quando le cose vanno per le lunghe 😉

        Non sapevo dei commenti negativi sul libro! In realtà pensavo fosse scritto anche in parte in napoletano, magari qualche dialogo lo è 🤔

        Beh, sono stato sul set. Il resto poi è una cosa che difficilmente riuscirei a dire qui.

        Aspettiamo la seconda stagione allora 🙂

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      6. 😀

        Questa cosa dell’assenza del dialetto nel libro, la lessi su internet, se poi esiste anche solo qualche dialogo in dialetto, questo non saprei dirtelo 👀
        Comunque, dall’8 gennaio trasmetteranno le repliche, tanto per rendere più accesa l’attesa 😀 . Anche a me sarebbe piaciuto sbirciare il set quando si trovarono a Napoli, a Port’Alba, ma non ci riuscii.
        Comprendo la riservatezza riguardo allo scrivere pubblicamente alcune cose, ancor di più se le ritieni preziose… come i posti poco conosciuti di Napoli di cui mi accennasti 😁 . Se un giorno ti farà piacere aprirti, ma non pubblicamente, ci si può sempre scambiare mail 🙂

        E che attesa sia 🙏

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    1. Allora mi sento più leggera se la cosa ti ha divertito 🙏
      Questa della chat è molto vera, quante cose si dicono nel virtuale, cose che di persona non si oserebbero pronunciare! Sono chiamati i famosi “leoni da tastiera”.
      E ora la linguaccia è diventata un sorriso 😄😀
      Mi son letta un poco la trama di questo libro, pare che tratti molto di corride, torri e cose del genere… potrebbe risultare noioso, sì 👀 anche se ho letto anche recensioni positive! Alla fine, se vogliamo, sono gusti personali ☺ al momento, non rischio, ja… comunque, grazie davvero per il pensiero 😀

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  8. complimenti per le scelte effettuate, hai cavalcato due secoli di letteratura.
    la maggior parte dei libri che citi li ho letti anch’io e mi ha fatto piacere ritrovarli nelle tue schede riassuntive e nei tuoi giudizi che in gran parte condivido.
    ml

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  9. Che dire tutti ottimi autori. Storia di Asta l’ho acquistato qualche settimana fa e non ho avuto ancora il tempo di leggerlo, conosco un altro libro dello stesso autore “Paradiso e Inferno” scritto con delicato lirismo e in modo semplice , la lettura scivola via piacevolmente. Di mIlan Kundera ho letto parecchio anni fa: Lo scherzo, Il valzer degli addii, Ignoranza, Amori ridicoli, il sipario e il famoso L’insostenibile leggerezza dell’essere. Di sicuro un grande autore , a volte satirico ironico, molto graffiante, spesso fa riferimento alla realtà della sua nazione dal dopoguerra fino al periodo del cambiamento, la sua scrittura è un po simbolista e a volte metafisica, spesso scrive con taglio romanzo-saggistica, uno scrivere introverso e sofferto. Negli ultimi scritti è divenuto troppo ripetitivo e ripiegato sugli stessi temi. Se devo consigliarti qualche autore ti propongo Ernesto Sabato, poco conosciuto, ma con Borges pietra miliare della letteratura argentina, i suoi romanzi: Tunnel, Sopra eroi e tombe, L’angelo dell’abisso. Poi Albert Camus con Lo straniero , la Peste, Il mito di Sisifo, ma forse di questo autore avrai già letto qualcosa.
    Oggi c’è l’abitudine di leggere per evasione, ma i grandi autori oltre che esprimersi bene sanno dare profondità e universalità ai temi trattati. Quando un libro letto lo ami, poi mai ti abbandonerà nel tempo..
    Saluti

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    1. Ciao!
      Grazie per la lettura e soprattutto per i consigli: mi hai fatto scoprire un autore che credo proprio non mi deluderà (ho letto trame e diverse recensioni positivissine), parlo di Ernesto Sabato… mi era ingnotissimo. Credo che inizierò con “Sopra eroi e tombe” 👍
      Storia di Ásta a me è piaciuto tanto 😊 e lessi anche che è riuscito meglio rispetto a “Paradiso e Inferno”; il prossimo suo libro che vorrei leggere, invece, è “I pesci non hanno gambe”.
      Con Milan Kundera tu hai letto libri che io ancora devo leggere 🙌 : di lui nel frattempo ho letto, a parte l’insostenibile leggerezza dell’essere, anche il libro del riso e dell’oblio, e l’identità… c’è della metafisica, come dici 😀 e anche molta filosofia, soprattutto ne “l’insostenibile leggerezza dell’essere”, libro che mi è piaciuto molto.
      Per quanto riguarda Albert Camus, in realtà, mi manca ancora leggerlo! E i libri che hai citato sono nella mia listuccia 😉 .
      Concordo con te: i grandi autori sanno non solo esprimersi bene, ma sanno andare anche in profondità. I classici sicuro non deluderanno mai 🙂 mentre i libri di autori contemporanei, ogni tanto, lasciano a desiderare.

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      1. Grazie per la tua visita. Mi permetto di lasciare un ulteriore consiglio, prima di leggere sia Sabato che Camus spazia un po sui commenti e la critica, sono due autori difficili, ma di grande spessore, entrambi hanno diversi piani di lettura. In particolare Sopra eroi e tombe è un libro molto complesso, davvero originalissimo con la figura femminile di Alejandra la protagonista struggente e misteriosa. Di Camus se vorrai intraprendere la lettura delle sue opere c’è un libro di critica di Onfray Michel che ripercorre la sua vita e le sue opere, è un libro a volte un po’ provocatorio, ma essenziale per capire veramente il pensiero di Camus. Questi autori quando si decide di leggerli vanno letti profondamente perché sono davvero tosti e di non facile apprendimento.
        Saluti

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      2. Grazie mille per il pensiero di un ulteriore consiglio! 😊
        Ho letto nel tuo blog della lettura di Onfray per comprendere meglio il pensiero di Camus.
        A me comunque non dispiacciono i libri “difficili” o “tosti”, anzi, è quello che cerco! Non semplici storielle fine a se stesse, che servono solo tanto per, appunto, evadere.

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